Ecclesiastico e teologo italiano.
Entrato nell'ordine degli Oratoriani, studiò a Roma dove fece parte del
gruppo dei seguaci del Giansenismo formatosi nell'oratorio di Santa Maria in
Vallicella. Ebbe così modo di conoscere alcuni tra i più noti
esponenti del Giansenismo italiano, in particolare Scipione de' Ricci e Pietro
Tamburini. Stabilitosi a Napoli nel 1759, si dedicò all'insegnamento e fu
successivamente nominato segretario dell'Accademia napoletana. Si dedicò
alla diffusione delle idee gianseniste, iniziando anche un'intensa
attività saggistica, in polemica con gli ambienti della Curia romana, in
particolare con T.M. Mamachi, maestro dei Sacri Palazzi, sostenendo, tra
l'altro, l'opportunità per i fedeli di leggere personalmente la Bibbia in
traduzione italiana e pronunciandosi in favore dei catechismi di tipo
giansenistico. L'ostilità della Curia romana non mancò di creargli
difficoltà. Nel 1799 venne assassinato da sicari del movimento
antigiacobino. Tra le sue numerose opere ricordiamo:
Ragionamenti
dell'autorità degli arcivescovi del Regno di Napoli di consacrare i
vescovi (1788);
La prammatica sanzione di S. Luigi, re di Francia
(1788) (Castelmonardo, od. Filadelfia, Catanzaro 1731 - Potenza 1799).